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  1. Buongiorno, sto per effettuare dei lavori di ristrutturazione per la prima casa, e vorrei approfittare delle detrazioni disponibili.
    Considerato che le detrazioni ammonterebbero al 50% delle spese, distribuite su 10 annualità, e dato che sono una impiegata statale con stipendio piuttosto basso (lordo di poco superiore a 15.000€), so che se sosterrò spese troppo alte rischio poi di non vedermele rimborsare tutte, poiché il rimborso annuale spettante potrebbe diventare eccessivo rispetto all’IRPEF dovuta/versata.
    Su cosa dovrei basarmi per avere un’idea di massima di quanto sarà il limite di rimborso annuale ottenibile? Devo considerare l’IRPEF da me dovuta (al netto ovviamente delle altre detrazioni che spettano e che quindi già la abbattono)? O altro ancora?
    Grazie, saluti

    • Federica allora vedi che ogni anno a febbraio, come ben saprai, ti viene consegnato la certificazione dei redditi per esempio

      quest’anno certificazione unica 2018 redditi 2017.

      Se le detrazioni per eventuale coniuge o figli a carico sono state comunicate al sostituto di imposta già li trovi le ritenute irpef e addizionale. Poiché ti vedo già addentrata in questa materia voglio fare un passo in avanti : considera le ritenute irpef (primo rigo ritenute punto 21 certificazione ) quello è l’importo che al massimo puoi recuperare.

      Devi prendere tale importo e visto che al massimo puoi recuperare il 50 % in 10 anni il calcolo della spesa “conveniente ” per te è

      importo ritenute x 10 x 2

      Un esempio ritenute in un anno 1200 €

      Spesa conveniente

      1200 x 10 x 2 =24000

      Infatti se spendi 24000 puoi recuperare al massimo 12000 € però in 10 anni e quindi 1200 € all’anno quanto le ritenute.

      Se le detrazioni a monte non sono comunicate al datore di lavoro allora devi prendere le detrazioni per coniuge o figli a carico

      indicate nel 730 o modello fiscale le sottrai alle ritenute e esce la ritenuta da moltiplicare per 10 e per 2 (se non ci sono altre
      detrazioni ovviamente) per ottenere la spesa conveniente.

      Se ti occorrono ulteriori chiarimenti il mio cellulare è 3895559595 e magari ci vediamo allo studio.

      Saluti
      Dott. Gatti Domenico

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53 messaggi.
Luca Luca da Roma pubblicato il 21/11/2019 alle 8:08 pm:
Salve, la mia domanda riguarda la marca da bollo da 2€ che va apposta nelle fatture di un libero professionista che apre partita iva e sceglie il regime forfettario. La marca va apposta solo alle fatture superiori a € 77,47 o dato che non questi non paga l'iva va apposta sempre, anche a quelle di importo inferiore? Anche nelle fatture verso clienti/società residenti all'estero va inserita la marca da bollo o riguarda solo i clienti italiani?
Il commercialista online Risposta dell'amministratore di: Il commercialista online
Buongiorno sono il dott. Gatti Domenico. In merito alla sua domanda le dico che poiché lei ha optato per il regime forfetario le fatture da lei emesse non riportano l'IVA; per questo lei deve apporre la marca da 2 € con data antecedente o uguale al massimo alla data della fattura su ogni fattura di importo totale superiore a 77,47 € e è irrilevante se il cliente è italiano o estero.


Buona serata
Franca Franca da Roma pubblicato il 13/11/2019 alle 8:30 am:
Buongiorno, vorrei esporle le mie perplessita'. Nel 2015 io ed altre due persone abbiamo fondato una srls. Io ero socia maggioritaria al 33.4%. Una delle 3 socie ha lasciato la srls cedendo le sue quote all'altra, cosi' al momento io sono socia al 33.4% e l'altra al 66.3%. La mia intenzione e' di lasciare la societa', vorrei quindi sapere se lasciandola l'altra socia e' costretta a chiuderla o puo' semplicemente prendere le mie quote ed andare avanti. In che modo potrei lasciare la societa'? Inoltre, a livello legale, visto che io vivo all'estero, cosa comporta la mia presenza nella srls dalla quale io non traggo nessun profitto e di cui non so quasi nulla? se un giorno volessi acquistare un immobile in Italia o fare domanda per future pensioni o simili, avrei problemi? Inoltre quanto costa lasciare la societa'? grazie.
Il commercialista online Risposta dell'amministratore di: Il commercialista online
Buongiorno sono il dott. Gatti Domenico. In merito alla sua domanda le dico che per uscire come socio dal una società srls può farlo in due modi : 1) recesso se ve ne sono le condizioni per legge o per atto costitutivo oppure tramite cessione delle quote a uno o piu' dei altri soci rimanenti.
La situazione di avere quote di partecipazioni societarie non ha rilevanza per l'acquisto di immobili. Per future domande di pensioni che lei possa intendere presentare rilevano in alcuni casi i redditi che lei percepisce in modo continuativo o tramite distribuzione di utili dalla società, Quindi si possono presentare dei problemi qualora avvenisse una o più distribuzioni di utili negli anni da parte della stessa società.


Buona giornata


Buona giornata
Roberta Roberta da CAVA MANARA pubblicato il 29/10/2019 alle 9:47 am:
Buongiorno
volevo un'informazione,in una societa' SRL a socio unico,l'amministratore che viene eletto in assemblea puo' avere un compenso mensile?Se è si ha una regolare busta paga o cedolino?Mi può dare piu' informazioni possibili?
Grazie
Distinti Saluti
Roberta
Il commercialista online Risposta dell'amministratore di: Il commercialista online
Buongiorno sono il dott. Gatti Domenico. In merito alla sua domanda le dico che innanzitutto presumo che lei faccia riferimento all'amministratore unico. L'amministratore unico può avere un compenso mensile. Per poter far emergere questo compenso l'amministratore può emettere ricevute di prestazioni occasionali fino a determinate soglie di redditi netti incassati nell'anno oppure se si tratta di importi che superano tali soglie di redditi netti incassati su base annua si può decidere di assumere con busta paga l'amministratore oppure lui può aprire la partita IVA e può emettere le fatture quando incassa i compensi.


Buona giornata