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53 messaggi.
Barbara Barbara da Vercelli pubblicato il 11/11/2018 alle 2:08 pm:
Spett. commercialista on line

approfitterei della opportunità di una consulenza gratuita per esporre un mio problema: siamo nel campo dell'ispettorato del lavoro (ma temo anche fiscale).
In breve, ho deciso di rilevare una piccola rivendita di pane (focacce, dolci ecc) la cui proprietaria versa in cattive condizioni di salute e mi cederebbe questa rivendita a prezzo irrisorio.
Di comune accordo con la cedente, abbiamo stabilito 3-4 mesi “di prova” in cui mi sono fatta carico di tutte le spese inerenti l'esercizio, ma tenendomi gli incassi. Fatturazioni e quant'altro sono tutt'ora intestate alla cedente. In parole povere sono subentrata in tutto e per tutto nell'attività (spese e ricavi), ma NON risulto ancora a livello fiscale. Praticamente avrei lavorato in nero. Si era stabilito di perfezionare il subentro entro dicembre. Ma pochi giorni fa è arrivato un controllo da parte dell'ispettorato del lavoro e mi è stato detto che la situazione è “anomala”, richiedendo tutta la documentazione dell'attività della cedente da 3 mesi ad oggi. Verso quali problematiche potrei/potremmo andare incontro data questa situazione?
Ringraziando per l'attenzione porgo i miei più cordiali saluti
Il commercialista online Risposta dell'amministratore di: Il commercialista online
La situazione è che sin dal primo istante lei doveva entrare nell'attività in modo più tutelato e cioè con un contratto anche a tempo determinato con determinazione di un relativo periodo di prova iniziale. Con il primo accesso hanno sicuramente stilato un primo verbale. Poi il ritiro della documentazione degli ultimi tre mesi è perché al di la della prova della sua presenza data dal fatto che lei era li al momento del controllo stesso ora devono accertare da quanto tempo lei lavora li e in quale modalità. Potrebbe stare li anche da pochi giorni o da un mese : questo loro devono accertare e rileveranno per questo le documentazioni presentate a parte eventuali rilievi compiuti durante il sopralluogo stesso. Le sanzioni dipendono da quanti giorni di lavoro vengono accertati : fino a 30 giorni da 1500 a 9000 € ; da 30 a 60 giorni da 3000 a 18000 € e oltre 60 giorni da 6000 a 36000 €. In ogni caso con possibili riduzioni concesse dall'ispettore.

Veda quello che succede e poi se è il caso mi faccia sapere.

Se le occorre mi può anche telefonare sul seguente numero di cellulare 3895559595 o mi puo' scrivere una e-mail su [email protected] .

Io lavoro su Napoli ma mi sposto su tutta Italia e estero se occorre.

Saluti

dot. Gatti Domenico
Manuel Manuel da Latiano pubblicato il 05/11/2018 alle 4:57 pm:
Salve
Vorrei qualche informazione per quanto riguarda i costi di partita iva e della gestione fiscale per creare una linea di abbigliamento
Grazie
Il commercialista online Risposta dell'amministratore di: Il commercialista online
Buonasera chiedo scusa per il ritardo ma sono stato molto impegnato.

Per creare una linea di abbigliamento si deve creare un marchio poi modelli di abbigliamento. A quel punto se si intende aprire un punto commerciale occorre aprire la partita iva, iscrizione alla camera di commercio, posizione inps e inail se ci sono dipendenti. Non occorrono requisiti per vendere prodotti di abbigliamento ma il negozio deve ottenere licenza asl e poi licenza di esercizio dal comune dove si trova. La partita iva puo' essere aperta in regime forfetario con 3,35 % di aliquota su ricavi incassati per i primi 5 anni se non si è mai svolta prima tale attività altrimenti il 10,05 % + per inps 2464,79 € + eccedenze in caso di fatturati oltre 15710 € all'anno. Questo se ci si mantiene sotto soglia di 30000 di ricavi incassati in un anno . Altrimenti si paga iva irpef e irap. Il costo per aprire partita iva è di 40 euro e poi c'è iscrizione alla camera di commercio che costa 100/150 € (si deve vedere).

Nel forfetario ci sono pochi adempimenti : in caso di assistenza mensile il costo è di 40 € poi si vede anche l'impegno che comporta. I 40 € sono inclusivi di adempimenti e dichiarazione dei redditi annuale e sono escluse altre pratiche extra. Se nel forfetario non c'è bisogno di assistenza mensile si paga un forfetario all'anno in sede di dichiarazione fiscale per circa 80/100 € a seconda delle fatture da considerare.

Se crei il marchio e vuoi creare un franchising allora si parla di costruire un contratto di franchising e creare un format legato al marchio e richiedere una royalty sul diritto d'uso del marchio per chi apre un negozio vendendo vestiti che provengono dalla tua linea di abbigliamento.


In regime ordinario (contabilità liquidazione iva dichiarazioni dei redditi ) il costo sale e si va sui 70 € al mese e poi a seconda del numero di fatture acquisti documenti vari corrispettivi e fatture di vendite da gestire.

Ad ogni modo io opero su Napoli e il mio numero di cellulare è 3895559595 oppure mi può inviare un messaggio sull'indirizzo di posta elettronica [email protected] .
Massimo A. Massimo A. da Lainate (MI) pubblicato il 29/10/2018 alle 8:56 pm:
Buonasera. Stiamo costituendo una società con socio finanziatore che acquisisce la nostra idea a patto di costituire una Srl. Stiamo sottoscrivendo una lettera di intenti e il socio ci chiede di non porre le diciture "socio ideatore" e "socio finanziatore". Essendo lui ipotetico socio al 51%, questa clausola può essere lesiva per noi? Ringrazio anticipatamente per la risposta.
Il commercialista online Risposta dell'amministratore di: Il commercialista online
La srl prevede solo soci finanziatori a cui si possono aggiungere altre qualità ma questo non rileva ai fini societari. Lui non vuole questa dicitura di "socio ideatore" poiché significherebbe ammettere che siete voi gli ideatori e in futuro potreste far valere questo.

Potreste proteggere l'idea in vari modi. Un modo canonico è registrare l'invenzione o il modello o disegno (dipende da che si tratta) all'ufficio brevetti e marchi. Seconda possibilità altri accorgimenti con i quali in futuro è possibile provare che voi siete gli autori di quell'idea : deposito presso notaio di documenti disegni e altro oppure conservazione di file digitali con data certa oppure altre forme. Terza strada per difendervi da lui : lettera di intento in cui lui sostiene che gli ideatori siete voi : questo accordo va comunque registrato all'agenzia delle entrate altrimenti non ha valore. La forma più forte per difendere l'idea è l'ufficio brevetti perché in quel caso chiunque in futuro voglia dimostrare di avere avuto prima quella idea ha l'onere della prova e voi no.

La clausola socio al 51 % può essere lesiva perché tutte le deliberazioni che modificano aspetti importanti (richiedono 2/3) non le potete fare da soli. E' meglio equilibrare diversamente l'assetto societario se è possibile 1/3 lui e 2/3 voi. Con il 51 % si possono fare alcune modifiche : è opportuno che se lui vuole mantenere un peso sia 49 % lui e 51 % voi e poi non deve essere amministratore altrimenti se intendete fare determinate scelte societarie amministrativamente lui, se non le condivide, può ostacolarle poiché solo lui come amministratore ha il potere di trasmetterle alla camera di commercio; a quel punto dovreste aspettare la scadenza del mandato e nominarne un altro (revocare un amministratore è complicato si deve ricorrere al tribunale). Aggiungo che se lo nominate amministratore fatelo con un mandato a tempo un mandato con scadenza già stabilita; se il mandato è a tempo indeterminato si può solo revocarlo e è complicato revocarlo e si deve ricorrere al tribunale spesso.

Comunque io sono un commercialista e opero su Napoli. Mi occupo di societario, tributario, contabilità e operazioni straordinarie. Collaboro con varie realtà. Per ulteriori informazioni il mio numero di cellulare è 3895559595. Mi potete contattare anche sul seguente indirizzo e-mail [email protected] .


Saluti

dott. Gatti Domenico

 

 

 

 

16 Risposte a “CONSULENZA ON LINE GRATUITA”

  1. Buongiorno, sono libera professionista gestione separata Inps in regime forfettario; per poter accedere al bonus Inps di Maggio di 1000€ devo autocertificare di aver avuto un calo del 33% nel reddito del secondo bimestre 2020 rispetto allo stesso periodo 2019.
    Visto che vorrei essere sicura di aver avuto questo calo, volevo sapere come poter calcolare questo reddito.
    Grazie.

    1. Buonasera. Sono il dott. Gatti Domenico. Per calcolare la riduzione in percentuale del reddito tra II bimestre 2020 rispetto al II bimestre 2019 deve operare il seguente calcolo : visto che si trova nel regime forfetario deve sottrarre al suo fatturato prodotto nel II bimestre 2020 il fatturato prodotto nel II bimestre 2019. L’importo risultante deve essere negativo altrimenti non si è avuto calo. A questo punto si divide l’importo risultante per il fatturato prodotto nel II bimestre 2019 e si moltiplica per 100. Se tale importo è inferiore o uguale al 33 % allora si può richiedere il bonus maggio 23020 pari a 1000 €. Ho parlato di fatturato nel suo caso poiché sta nel regime forfetario l’abbattimento secondo il coefficiente di redditività è ininfluente ai fini del calcolo della riduzione di redditività espressa in termini percentuali.

      Buona serata

      dott. Gatti Domenico

  2. Salve,
    Dovrei cambiare la pavimentazione delle piastrelle in terrazza di casa e dovrei sostituirle con delle nuove, previa rimozione di quelle attuali .
    Ho letto che potrei usufruire della detrazione fiscale del 50% per questo tipo di lavoro (includendo l’ acquisto delle nuove piastrelle).
    Non sono pero’ sicuro se per usufruire di questo sgravio fiscale devo solo compilare i bonifici online scegliendo la dicitura ‘per agevolazione fiscale’ e immettendo partita Iva e numero di fattura che mi verranno date negli appositi spazi oppure devo seguire un iter più complesso (per esempio comunicazione del lavoro al SUE o altro).
    RingraziandoLa in anticipo per il suo tempo e la sua gentilezza,

    1. Buonasera sono il dott. Gatti Domenico. in merito alla sua domanda le dico che lei deve richiedere le fatture di lavori e pagare tramite bonifico per ristrutturazioni. Poi non deve fare altro.

      Buona serata

      dott. Gatti Domenico

  3. Buonasera, devo aprire una partita iva forfettaria come tecnico informatico con la possibilità di vendere e fatturare anche il materiale utilizzato per le riparazioni.
    Occorre essere inscritto alla camera di commercio per la vendita?
    Mi spiegate la prassi, occorre prima iscriversi alla camera di commercio e poi aprire partita iva?
    A tutto ciò aggiungo che sto usufruendo della NASPI quindi mi cofermate che il mio fatturato non deve superare i 4.800 € annui?
    Grazie

    1. Buonasera sono il dott. Gatti Domenico. In merito alla sua domanda le dico che per intraprendere l’attività indicata deve aprire la partita IVA per erogazione di servizi di consulenza nell’ambito delle tecnologie dell’informatica e vendita di materiali per riparazioni. Successivamente deve iscriversi alla camera di commercio e alla gestione commercianti dell’Inps. Dopo deve inviare comunicazione all’Inps che opta per il forfetario. In tal caso pagherà il 65 % dei contributi Inps calcolati per l’anno di riferimento. In merito alla dichiarazione dei redditi per l’anno in cui apre la partita IVA per il semplice fatto di aver aperto la partita IVA anche se non fattura da allora in poi e fino all’anno di cessazione della partita IVA dovrà presentare ogni anno la dichiarazione dei redditi. Sulla NASPI le imposte saranno conguagliate dall’INPS a fine anno. In riguardo all’attività autonoma essendo soggetta a regime forfetario dovrà pagare l’imposta sostitutiva; l’imposta sostitutiva si calcolerà sui ricavi totali incassati nell’anno di riferimento per le due attività sopra indicate di servizi di consulenza nell’ambito delle tecnologie dell’informatica e vendita di materiali per riparazioni. C’è da segnalare che comunque si deve comunicare all’INPS entro un dato tempo l’inizio dell’attività. Nel caso in cui si percepisce un reddito netto da attività autonoma compreso tra 0 e 4800 € dalla data di apertura partita IVA fino alla fine del periodo della NASPI si avrà diritto a un indennità ridotta della NASPI pari all’80 % dell’importo stabilito. Se però nell’anno di riferimento come reddito netto da attività autonoma lei percepisce più di 4800 euro si perde il diritto a percepire la NASPI da quell’anno in poi. In tal caso si dovrà procedere a restituire le somme relative alla NASPI percepite da quel determinato anno senza diritto.

      Buona serata

  4. Salve, mi chamo Antonella, vorrei avere delucidazioni sulla mia situazione lavorativa fiscale.
    Avendo percepito nell’anno 2019 3 CUD:
    1: lavoro dipendente presso agenzia lavorativa
    2: lavoro autonomo “contratto di collaboratore sportivo”
    3: Naspi
    ho superato la soglia dei 10000€ annui (11.600). La mia domanda è: c’è un modo per non fare dichiarazione dei redditi?
    Grazie in anticipo per la risposta

    1. Buona sera sono il dott. Gatti Domenico. In merito alla sua domanda nel caso di piu’ modelli di certificazione unica l’unico modo in cui si possa evitare di dover presentare la dichiarazione dei redditi è che l’ultimo datore di lavoro tenga conto degli altri redditi e conguagli le imposte complessive che lei deve pagare considerando tutti e tre i modelli di certificazione unica. Tale situazione è difficile da praticare. Pertanto le dico che con ogni probabilità dovrà presentare la dichiarazione dei redditi.

      Buona serata

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